La Storia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Purtroppo ancora una volta sarà una guerra, il secondo conflitto mondiale, a segnare le sorti della Ferrovia Marmifera di Carrara, così come segnò irrimediabilmente la storia di tante famiglie e paesi. Il traffico ferroviario proseguì fino al giugno del 1944, quando fu completamente sospeso, sia perchè le truppe tedesche, consopevoli che molte unità partigiane si nascondevano tra le scoscese valli dei marmi apuani ed i loro anfratti, sia perchè le operazioni militari, avevano comunque irrimediabilmente danneggiato diversi tratti della strada ferrata. In particolare i bombardamenti e le mine distrussero gran parte della linea e praticamente tutti i fabbricati.

 Il trasporto dei marmi dalla stazione di San Martino ad Avenza potè riprendere solo nel marzo 1946, all'avvenuta ricostruzione del ponte del Boccalone, distrutto, come altri due ponti lungo il tragitto di pianura, dai bombardamenti. Il destino della ferrovia era tuttavia ormai segnato. Gli anni successivi al dopoguerra infatti furono caratterizzati da una serie di lotte sindacali da parte degli operai per l'ottenimento di compensi pari a quelli degli altri lavoratori del comparto marmifero, e da un continuo conflitto tra Comune di Carrara, società Marmifera e vari altri contendenti per il controllo delle attività.  Parallelamente il miglioramento delle vie di trasporto su gomma e delle motrici, consentì ai mezzi di trasporto su gomma di incrementare sensibilmente il volume di trasporto dei marmi.

 

 

 

Un convoglio presso la stazione di Ravaccione (Archivio Corsi)

 

 

 

 

 

 Il tentativo di ammodernamento della linea con l'adozione delle locomotive a vapore, cui non seguì l'introduzione del freno continuo, non portò i frutti desiderati, in quanto l'alto numero di addetti necessario per la frenatura ed i costi derivanti dagli ancora esistenti obblighi  legati alle superstiti lizzature e trasbordi, non consentirono di ridurre il gap ormai sempre più sensibile tra i costi per il mantenimento del trasporto su rotaia e quelli necessari per il trasporto su gomma.

 Nel 1961 il traffico della Ferrovia Marmifera era passato a sole 160.000 tonnellate. Dal febbraio 1964 il Comune di Carrara e la società impostano un piano per la progressiva trasformazione delle vie ferrate in strade marmifere per il trasporto su gomma. Nell'agosto 1964 cessa definitivamente il servizio ferroviario, quando l'opera di smantellamento era giunta alla stazione di San Martino. Con incredibile celerità entro la fine del 1964 venne ultimato anche il disarmo del tronco Avenza-Marina ed entro il febbraio 1969 venne completato lo smantellamento di tutti gli impianti.

 Nel breve volgere di pochi anni fu così completamente distrutto un patrimonio culturale e tecnico conosciuto ed ammirato in tutto il mondo. Se si escludono gli spendidi ponti di Vara, ora adibiti, insieme a pochi altri, a sede stradale, della Ferrovia Marmifera di Carrara non restano oggi che vecchi ruderi abbandonati e ponti infestati da erbacce e rampicanti, simbolo di un'epoca di grandi sogni e speranze.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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